Jürgen Kuhlmann

La profezia del beato Gioacchino sta verificandosi

Per una fede neo-gioacchimita

Molte sono le mode intellettuali; incomparabile con tali è la profonda mutazione spirituale che occorre nei nostri decenni. Essa non è una degli innumerevoli vicende terrene ma appartiene allo stesso ordine di energia infinita come, quattromila anni fa, la rivelazione di Dio Padre fatta ad Abramo e poi, duemila anni fa, la vita, morte e risurrezione di Dio Figlio in Gesù. Questa affermazione può sembrare follìa. Sono però convinto che molti cristiani di oggi implicitamente già la credono. Gioacchino ci aiuta a renderci coscienti di questa fede vissuta. Come si sa, lui predisse che presto verrà, dopo la prima età del Padre (Antico Testamento giudeo) e la seconda età del Figlio (Chiesa cristiana) una terza età dello Spirito Santo nella quale dalla lettera (biblica e dogmatica) procederà l’intelligenza spirituale di questa lettera. Concretizzando la predizione il profeta sbagliò. L’anno 1260 passò senza cose grandi, molti francescani entusiasti miserabilmente perirono. Eppure la speranza del Terzo Regno, un’ età fondamentalmente nuova, no si spense. Nell’ anno 1859 un socialista francese scrisse: »La grande Doctrine destinée à réaliser sur la terre la Liberté, la Fraternité et l’Égalité … cette doctrine, avant de s'appeler le Socialisme, a eu un nom dans le Moyen-âge; elle a eu nom l’Évangile Éternel.« [C. Desmoulins, citato in: Warwick Gould and Marjorie Reeves, Joachim of Fiore and the Myth of the Eternal Evangel in the nineteenth and twenitieth Centuries (Clarendon Press Oxford 2001), 121]

Per gli occhi della fede, la prova dell’arrivo del vero Terzo Regno Divino si contempla in un seguito del crimine più orrendo di tutta la storia umana, perpetrato nel nome del falso Terzo Regno diabolico. »Dopo Auschwitz la teologia non può rimanere come era«, così il teologo tedesco Johann Baptist Metz da decenni scongiura le chiese. Molti acconsentono; ma solo ricordandoci della profezia di Gioacchino possiamo rendere intelligibile la soluzione del problema. Nessuno eccetto lui ha notato la dimensione infinita del cambio. Solo se la Chiesa riconosce, che attualmente, molti secoli dopo l’avvenimento di Cristo una salvezza absolutamente nuova sta approfondando la coscienza fedele, possiamo comprendere che cosa realmente era il genocidio contro gli ebrei nel mezzo della cristianità, e quanto diversamente essa, da ora in poi, deve intendere se stessa.

Quando i cardinali 1255 condannarono il libro rivoluzionario di Gerardo, uno dei loro argomenti era: Non c’è nessuna proporzione fra il rapporto Sinagoga / Chiesa ed il rapporto Chiesa della lettera / Chiesa spirituale. »Et antiquum testamentum novo cedat ritui«: Che la chiesa clericale presto ceda alla nuova Chiesa dello Spirito, come in Cristo doveva cedere (così pensavano) la prima Alleanza alla Nuova: questo un’anima cattolica non deve pensare. Giusto. Non però per la ragione che non valga la proporzione. Questa vale. Ma perché falsa è la presupposizione. L’Alleanza di Dio con Israele non è mai stata rescissa. Aver insegnato questa dottrina inaudita da secoli resterà per sempre il gran merito del papa Giovanni Paolo II. – forse era, dopo San Pietro, il primo papa che nell’infanzia a giocato con amici ebrei. Dobbiamo costatare: Senza la falsa convinzione cristiana che Dio abbia riprovato i giudei e sostituito la Chiesa ad Israele, giammai non ci sarebbe stato un KZ Auschwitz. E dopo Auschwitz non è più cristiano negare ai giudei o a qualsiasi persona umana la dignità negli occhi di Dio. Nella riconoscenza attuale di questo allargamento illimitato della salvezza consiste l’irruzione dello Spirito Santo predetto dall’abate di Fiori.

Il passo dal primo Stato al secondo non era sostituzione ma compimento e crescere d’un ramo nuovo accanto al vecchio. Così anche il passo dal secondo Stato al terzo non toglie la chiesa della lettera ma - pubblicamente - apre i nostri sensi alla vera significazione di questa lettera: SALVEZZA PER TUTTI. Accanto alla Chiesa organizzata (che procura la purezza del messaggio) già sta crescendo un altro ramo spirituale: la comunità di tutti coloro che credono oppure almeno sperano il vero senso di questo messaggio. »TUTTE LE LETTERE« sta scritto nella lavagna. No sono tutte, mai saranno. Molte debbono mancare: Logica del Secondo Regno. Ma significano tutte: Logica e Vangelo del Terzo.

Come interpreto il senso della dottrina di Gioacchino per la Chiesa di oggi, questi sono i tre momenti della rivelazione divina: 1) Rivelazione del Padre: Vocazione di Israele in Abramo e Moisè. 2) Rivelazione del Figlio: Concretizzazione d’Israele in Gesù ed i suoi in tutti i popoli, noi i cristiani. 3) Rivelazione dello Spirito Santo: Nuova pentecoste (sperata da Giovanni XXIII.), riconoscenza pubblica dell’allargamento della salvezza giudeo-cristiana a tutti gli uomini che esistenzialmente la ricevono, esprimano la sua fede in che maniera (che) sia. Non pochi soggettivamente hanno buone ragioni di non credere nel Cristo proclamato dal clero.

Il nuovo Papa Benedetto XVI. nell’anno 1960 scrisse (LThK V,975) di Gioacchino tre cose oramai interessanti:
Lo chiamò beato.
Ciò che disse G. no era antigerarchico: La nuova età »non erit absque praelatis«.
Dal tempo di San Benedetto corre la »initiatio« della Terza Età.

Nel suo lavoro scientifico per l’abilitazione accademica il professor Ratzinger aveva scritto (p. 15 dell’ edizione tedesca): »Bonaventura crede in una salvezza nuova nella storia, dentro dei limiti di questo tempo mondano.« L’essenza del messaggio di Fiore pareva quindi sana al Ratzinger di 1959. Trenta anni dopo, in una intervista con NEWSWEEK, il cardinale disse: »We must not allow people to believe there can be a better life on earth than this one.« [ibidem, 368] Adesso, papa, come va giudicare? Il capo della Chiesa della seconda età: collaborerà anche lui con tutti gli altri membri vivi del vero Terzo Regno Divino?

2 luglio 2005

Pubblicato nella rivista "Abate Gioacchino" (Cosenza) Anno II - Numero 4 Giugno 2005, p. 57-59, col titolo - de-attualizzante - "La profezia sul rinnovamento della Chiesa del 'beato' Gioacchino". Anche la conclusione dell'articulo fu cambiata dalla redazione:
"Adesso, papa, il capo della Chiesa della seconda età, come la definiva l'abate, sicuramente contribuirà in maniera sostanziale, con tutti gli altri membri del corpo di Cristo (la Chiesa) per l'avvento del Regno Divino."

Rimane la questione vitale: Chi sono, e come si riconoscono i "membri vivi del vero Terzo Regno Divino"?

8 gennaio 2006

Una versione più ampia di questo pensiero, in tedesco.


Indirizzo di questa pagina: http://www.stereo-denken.de/gioacchi.htm

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